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Divina Commedia - Purgatorio - Canto XVIII - Riassunto
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Virgilio, sempre rimanendo nel quarto girone, continua la trattazione del tema dell'amore per chiarire al suo discepolo in che modo questa affezione possa essere inizio di ogni bene e di ogni male. L'animo per natura è disposto all'amore, e ogni volta che la facoltà conoscitiva gli presenta una cosa piacevole, si dirige verso di essa: questa inclinazione è amore. Nasce tuttavia, in Dante un dubbio intorno alla libertà dell'uomo, guidato da impulsi che vengono dall'esterno e spinto da forze naturali; non soggette alla sua volontà. Ma Virgilio afferma che nella creatura umana agisce anche la ragione, che ha il compito di studiare, scegliere e guidare le tendenze naturali. Intanto la luna è già comparsa nel cielo e Dante, preso da improvvisa sonnolenza, viene riscosso dal sopraggiungere di una turba di anime che avanzano in corsa affannosa: sono gli accidiosi, che per contrappasso devono ora mostrare lo zelo che non ebbero in vita. Gli esempi di sollecitudine, che ricordano la visita della Vergine ad Elisabetta e la fulminea rapidità delle imprese militari di Cesare; sono gridati da due anime, come quellî di accidia punita, anch'essi ispirati dal mondo ebraico-cristiano e da quello romano. Dante in questo girone presenta un solo penitente: l'abate del monastero veronese di San Zeno, che rimprovera ad Alberto della Scala di aver ora concesso quella carica ad un figlio degenere.
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